“- Lei non è di quella zona? – gli chiese il fotografo che viaggiava con lui.- Sì, – rispose.Tuttavia non telefonò ai suoi. Junpei prese l’aereo e ritornò a Tokyo e alla sua solita routine. Non accendeva la televisione e non apriva i giornali. Quando si parlava di terremoto, taceva. Era un’eco da un passato morto e lontano. Dopo la laurea non aveva mai più messo piede in quella città. Ma ciononostante le immagini di quel paesaggio in rovina avevano riaperto in lui ferite nascoste. Sembrava che quel disastro immane, fatale, stesse modificando impercettibilmente ma inesorabilmente diversi aspetti della sua vita. Provava un profondo senso di solitudine, mai avvertito prima.Non ho nessuna radice, pensava, non sono legato a nulla.”

− Haruki Murakami −

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